Il mentre
Maggio duemilaventidue. Con dei colleghi decidiamo di incontrarci per provare dei nuovi flash. Martina, una modella, era lì per aiutarci.
Si inizia in modo classico. Posizioni le luci, ti assicuri che sia tutto ben collegato, cambi lente, indichi una posizione…
Vedevo scattare decine di foto, ma non era quello che cercavo.
E allora mi sono chiesto: “Cosa mi piacerebbe comunicare?”.
Per non essere d’intralcio, mi sono preso giusto due minuti in uno dei cambi d’abito.
Ho realizzato così questa foto, frutto della mia necessità di esprimere un concetto, un’idea: “il mentre”.
È quasi come se fosse la prosecuzione di “Anima Nascosta” (che puoi trovare qui) ma in questo caso il volto inizia a delinearsi, e non solo quello di Martina.
Intravedo anche piccoli pezzi di me nell’intenzione, nella realizzazione.
Il concetto mi affascina.
Mi ricorda quanto è vero che la vita, come si dice, non è solo la meta, ma tutto quello che accade “durante”.
Quante volte ci concentriamo su un obiettivo e tralasciamo le piccole cose, talvolta importanti, che ci sfuggono via?
Ogni piccolo pezzo ha il suo momento anche se a volte non lo consideriamo sempre come merita.
Non solo.
Cosa pensiamo in quei frangenti di transizione? Cosa ci passa in mente prima di arrivare al “dunque”?
Addio luci nuove, addio raffiche.
Un solo scatto utile.
In questo caso Martina per me non è stata la modella di un set, ma l’attrice di una scena che avevo in mente. Da girare nel camerino, con quei pochi punti luce a disegnare la scena.
Ringrazio tutti gli amici presenti con i quali ho condiviso questo pomeriggio e Martina che si è gentilmente concessa un paio di minuti tra un set e l’altro.